Chi ci conosce sa che non siamo tra i fans delle aree cani e che consigliamo di non frequentarle, soprattutto quando il cane in questione è un cucciolo o è in fase evolutiva. Il pensiero di base che ci porta a frequentare un’area cani è la convinzione che far vivere al nostro cane questa esperienza sin da cucciolo o in modo frequente, gli permetterà di abituarsi e adattarsi alla socialità coi propri cospecifici, così da prevenire future problematiche.
Prendiamo come spunto di riflessione l’esperienza dell’area cani ma, quanto segue, varrà per ogni tipo di esperienza o di situazione alla quale vorremmo che il nostro cane si “abituasse”.
Il concetto del “far fare esperienza”, di “abituare” – socializzare – è corretto, ma le esperienze, sociali e non solo, non sempre sono “positive” e, piuttosto che distinguerle tra “positive” e “negative”, preferiamo definirle funzionali o meno rispetto a degli obiettivi. Le esperienze possono richiamare emozioni positive o negative che contribuiranno alla formazione delle “rappresentazioni del mondo”, o meglio “mappe mentali”, che ogni individuo ha, anche il nostro cane.
Soffermiamoci sulle emozioni negative: in base all’intensità soggettiva dell’esperienza, esse possono creare traumi, soprattutto in un individuo la cui personalità e forza caratteriale sono ancora in evoluzione, senza dimenticare quanto queste rendano ancora più complesso destrutturare le suddette “mappe mentali”. Dobbiamo inoltre tenere presente che un’esperienza non funzionale può nascere anche in presenza di emozioni positive.
La miglior prospettiva sarebbe quella dove la nostra figura ricopre il ruolo di guida, calibrando “l’esperienza” in base alle capacità, alla personalità e agli obiettivi che ci si pone per quel cane, senza dimenticare che proprio le personalità sono estremamente varie e non sempre compatibili le une con le altre. Quando presentiamo un’esperienza al nostro cane dovremmo essere consapevoli di cosa lui sta vivendo, riconoscendone le emozioni per poterle guidare così da trarne beneficio entrambi, altrimenti avremo un buon 50% di possibilità che l’esperienza non sia funzionale ai nostri obiettivi.
Sottoporre un individuo a un dato stimolo, in modo ripetuto e continuativo non avrà come risultato sicuro “l’abitudine” (GENERALIZZAZIONE). D’altro canto un individuo che non ha le competenze necessarie per affrontare un dato problema e che non è supportato dalla relazione con la sua figura di riferimento o dal gruppo affiliativo nel momento del bisogno, potrebbe esporsi a un alto rischio di fare esperienze non funzionali e che l’esposizione allo stimolo crei una SENSIBILIZZAZIONE allo stimolo stesso: il livello di sensibilità si alza rispetto a un dato stimolo, aumentando le difficoltà che vive il cane e le nostre nel doverlo aiutare o gestire
Abbiamo ripetuto diverse volte la parola “obiettivi”. Prenderemo come esempio quello che per noi è il più scontato, contestualizzandolo in questo articolo: “una buona vita sociale”.
Pensiamo all’aperitivo in compagnia degli amici, esistono diversi modi per farlo: a casa nostra, al piccolo pub del paese o al Mercato delle Erbe a Bologna, piuttosto che sui navigli a Milano (sperando che questa pandemia finisca il prima possibile…). Ognuno di questi luoghi può rappresentare una personalità più o meno socievole/sociale, o semplicemente diversi momenti della nostra vita.
Vogliamo introdurre questo parallelismo per sottolineare che anche il cane, crescendo, modifica i suoi gusti, i suoi interessi e le sue necessità ed è estremamente importante che la nostra idea, di chi lui sia, cambi e si adatti. Non parliamo solo di età, sia chiaro, giovane o anziano che sia, dobbiamo provare a comprenderne i cambiamenti di interesse: ciò che prima lo faceva fibrillare, ora magari lo attiva solo in minima parte; ciò che prima era necessario per la sua evoluzione ora fa parte del suo bagaglio esperienziale per cui i suoi interessi e la sua curiosità si sposteranno verso altro. Esattamente come può accadere per gli essere umani.
Cani e umani sono animali sociali e, in quanto tali, hanno bisogno entrambi di un gruppo per poter sopravvivere e per stare bene. Questo, però, non significa che abbiamo bisogno di vedere o incontrare persone o cani nuovi in continuazione, ma che abbiamo bisogno di creare relazioni.
Sia per l’uomo che per il cane, vi sono momenti nella vita in cui si punta ad allargare il ventaglio di relazioni (perché se ne ha bisogno: non si è trovato il giusto gruppo di amici o il/la giusto/a compagno/a; oppure a causa di un evento: un trasferimento durante l’adolescenza, etc…); ci sono però anche momenti in cui si desidera l’esatto opposto. È importante che i nostri bisogni – e quindi anche i loro – siano rispettati per poter vivere serenamente.
Non è importante quindi il numero di relazioni, per cui non è fondamentale frequentare tutti i giorni l’area cani per avere più probabilità di far giocare un cane con il vostro (sempre che giochino). E’ importante che il vostro cane frequenti altri cani, siamo tutti d’accordo, solo tra loro possono comprendersi a pieno, fare “cose da cani” e crescere diventando cani, evitando il rischio che si sentano l’unico cane tra gli uomini, vivendo incomprensioni e frustrazione, per ottenere i migliori benefici, però, sono sufficienti poche relazioni ma ben coltivate: amici della stessa età con cui giocare, adulti dai quali apprendere, anziani da rispettare e, perché no, qualche “giovincello” di cui prendersi cura.
Arriviamo dunque all’ultimo punto che vogliamo considerare in questo articolo: la passeggiata, che dopo aver letto fino a questo punto, non vi condurrà più all’area cani…
Voi non lo sapete ma vi state sottovalutando: per il cane il valore aggiunto della passeggiata potreste facilmente essere voi e non gli altri cani. In passeggiata siate intimi, allontanatevi dagli altri: trovatevi un posto dove poter stare assieme al vostro cane e, magari, fare un esercizio con il border collie, oppure far seguire una traccia al cane da caccia, dove poter poltrire con un labrador o fare la vedetta sulla strada che sta a 500 metri mentre siete seduti in un campo con un pastore (questa è stata la mia prima esperienza di condivisione con uno dei cani che oggi vivono con me, il primo giorno della sua nuova vita) Fatelo! Farete il più grande regalo al vostro amico e ne farete uno anche a voi passando del tempo in natura.