Mettersi nei panni dell’altro non è mai semplice ma è un elemento fondamentale per poter costruire una relazione con un altro individuo, ancora di più se l’individuo in questione appartiene ad una specie diversa dalla nostra.
Treccani definisce mettersi nei panni dell’altro come la capacità di porsi nella situazione di un’altra persone. O, più esattamente, di comprendere i processi psichici dell’altro. Nel linguaggio comune si intende immedesimarsi negli stati d’animo di un’altra persona.
Insomma già la definizione stessa prende in esame processi psichici e stati d’animo che sappiamo bene essere poi alla base delle espressioni comportamentali di noi stessi e degli altri.
Può capitare di trovarsi in difficoltà nella relazione con un cane, perchè i suoi comportamenti non li capiamo o ci mettono a disagio o in imbarazzo.
Percepiamo e viviamo un problema e la domanda che ci assilla è:
“cosa posso fare perché tu smetta di comportarti così?”
Inconsciamente cerchiamo una soluzione rapida e possibilmente duratura al nostro problema e che soprattutto non ci scomodi dalla nostra comfort-zone.
Legittimo? Forse
Empatico? Poco
Frustrante? Molto probabilmente sì
E se provassimo a cambiare punto di vista? Se la domanda diventasse “Perchè ti comporti cosi?” E subito dopo “Cosa posso fare perchè TU stia meglio?”
Mettersi in ascolto e provare ad indossare i panni dell’altro vuol dire cambiare prospettiva e punto di osservazione e soprattutto significa considerare che l’altro è complicato tanto quanto noi, sì anche se è un cane, e che i suoi comportamenti sono il frutto di un insieme, a volte intricato, di emozioni, aspettative, apprendimenti, esperienze pregresse, convinzioni, abitudini, genetica e ambiente di vita.
Non è un esercizio banale il decentramento, mettersi nei panni dell’altro prevede anche capacità di ascolto e di messa in discussione perché se cambiamo punto di vista potremmo anche accorgerci che siamo noi quelli che devono cambiare abitudini, routine, convinzioni e metterci in discussione.
Ti svelo un segreto, la strada più facile sarà sempre quella di inibire il comportamento del cane, troverai sempre chi ti accompagnerà in quella direzione, senza se e senza ma.
Non sempre la strada più facile è la migliore però.
Sicuramente empatia e ascolto non sono per tutti, sicuramente non sono per chi non ha interesse a capire il proprio cane, sicuramente non sono per chi vuole soluzioni rapide e standardizzate, sicuramente non sono per chi pensa che sia sempre il cane a dover cambiare ed adeguarsi, sicuramente non sono per chi ha come unica visione il proprio punto di vista, sicuramente non sono per chi crede che un cane felice sia un cane “che non rompe le palle”, sicuramente non sono per chi crede che non si debba studiare e acquisire competenze per vivere bene con un cane, sicuramente non sono per chi vuole accanto a sé un soldato pronto agli ordini e non un amico con cui condividere la vita.
Ci avevi mai riflettuto attentamente? Hai mai provato a metterti nei panni del tuo cane per cercare di capire come sta o cosa prova?
L’empatia può essere allenata e provare a mettersi nei panni dell’altro è un ottimo esercizio, è un primo punto di partenza per provare a capire le emozioni del tuo cane e di conseguenza i suoi comportamenti.